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FORMULA 1 | GP SINGAPORE | Notte Rossa

by Massimiliano Franchetto
Formula 1 | GP Singapore 2023

Carlos Sainz ha vinto strameritatamente il GP di Singapore, concretizzando, da cagnaccio quale è, un weekend dominato sin dalle prove libere del venerdì, casualmente proprio quando l’entrata in vigore della nuova direttiva tecnica sulla flessibilità delle ali ha messo in crisi sia la Red Bull che l’Aston Martin, ovvero le monoposto dimostratesi sin qui più riuscite dal punto di vista aerodinamico.

Lo spagnolo della Ferrari aveva già ampiamente dimostrato di attraversare uno splendido momento di forma, ripensando anche all’ottima prestazione di Monza, pertanto c’è la sensazione che questa vittoria, che interrompe finalmente lo strapotere dei bibitari, sia meno inaspettata di quanto si possa pensare e che, nelle ultime gare, possa anche ripetersi, magari quando si correrà a Las Vegas o a Yas Marina, tracciati con caratteristiche simili al rinnovato, ma pur sempre orrendo,  circuito cittadino di Singapore.

Per una volta, nulla da ridire sulla gestione del muretto Ferrari, anzi, tanto di cappello alla truppa di Vasseur, soprattutto per non aver rilasciato dichiarazioni troppo sopra le righe nel post gara, evitando così il rischio di esporsi ad un pericoloso effetto boomerang dalle conseguenze forse più comiche che disastrose. Anche perché il vero capolavoro di tattica e strategia l’ha compiuto proprio il pilota spagnolo gestendo negli ultimi giri il distacco da Norris, consentendo all’ex compagno di team della Mc Laren di mantenere attivo il DRS sulle Mercedes ed innescando forse così il botto finale di Russell che ha regalato il podio a Hamilton.

Se la Ferrari si è dimostrata ineccepibile dominando l’intero weekend, la Red Bull ha dato l’impressione di essere andata totalmente nel pallone sin dalle qualifiche del sabato, gestite malissimo, al punto da ritrovarsi con Verstappen escluso dai primi dieci, mentre il signor Marko cercava grossolanamente di rimediare all’incidente diplomatico con le autorità messicane causato da alcune sue infelici dichiarazioni su Perez. Quando si dice che la pezza è peggiore del buco, al punto che mentre scriviamo le scuse e le smentite continuano a sovrapporsi.  C’è già chi spera che, in occasione della gara sul circuito intitolato ai fratelli Rodriguez, qualcuno leghi Marko in cima alla piramide di Tchichiniza e faccia giustizia.

Il tentativo di risalire più posizioni possibili non cambiando le gomme durante il regime di safety car causato dal botto di Seargent al ventiduesimo giro, ha dato l’impressione di essere dettato soprattutto da una certa dose di disperazione e che Horner&co. siano perfettamente consapevoli del fatto che le nuove direttive tecniche, come accennato in precedenza, possano incidere pesantemente sul rendimento della monoposto progettata da Adrian Newey. Il quinto posto finale di Verstappen raddrizza in qualche modo un fine settimana in cui la Red Bull ha dimostrato di aver letteralmente perso la trebisonda.

Lo stesso discorso si potrebbe fare per l’Aston Martin, letteralmente sparita nel Nulla dopo le ottime prestazioni di inizio stagione, con un derelitto Alonso mestamente ultimo al volante dell’unica monoposto verde in gara, vista l’autoeliminazione di Stroll con il suo brutto incidente durante le qualifiche.

Arrivederci già fra una settimana in Giappone, sullo splendido tracciato di Suzuka, il migliore in assoluto per tuffarsi nella Storia dell’automobilismo e per verificare se l’aerodinamica della Red Bull mantiene la sua efficacia nonostante appendici alari meno flessibili…

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