Il Mondiale 2024 di F1 riparte esattamente come si era concluso il 2023, ovvero con lo strapotere incontrastato di Max Verstappen e della sua Red Bull., per nulla indebolita dalla “congiure di palazzo” che le componenti inglese ed austriaca stanno mettendo in atto per farsi le scarpe a vicenda. Dopo la solita partenza iper-aggressiva ai danni di Leclerc, l’olandese ha salutato la compagnia imponendo il suo ritmo e dando la netta impressione che anche per quest’anno dovremo sorbirci il suo cannibalismo, con buona pace di chi auspicava da parte della concorrenza miglioramenti tali da metterlo in difficoltà.
Certo, la Ferrari ha dimostrato di aver compiuto notevoli progressi, soprattutto nella gestione termica e nel degrado degli pneumatici, a prescindere dal fatto che il tracciato di Sakhir non richieda un elevato carico aerodinamico, tuttavia, come sempre, qualcosa sulla macchina di Leclerc non ha funzionato. La frettolosa sostituzione di una presa d’aria di un freno ha avuto come conseguenza un surriscaldamento, trasformando così la Rossa del monegasco in un’Opel Kadett degli anni Sessanta, tristemente nota per la frenata non proprio equilibrata. Leclerc, tormentato da bloccaggi e dall’impossibilità di lottare, ha così subito gli attacchi prima di Sainz, terzo al traguardo dietro alle Red Bull dopo una delle sue solite gare granitiche e poi di Russell, ripassato nel finale solo grazie ad un grossolano errore dell’inglese della Mercedes. Sicuramente Vasseur saprà già dove mettere le mani, benché sia forte la tentazione di suggerirgli di portarsele all’inguine e ricorrere al più classico dei gesti apotropaici.
Se la Ferrari può comunque sorridere a metà essendosi dimostrata la seconda forza, la Mercedes non sembra aver ottenuto particolari miglioramenti rispetto all’anno scorso, indipendentemente dai problemi di temperatura delle batterie lamentati da Lewis Hamilton, settimo dietro a Norris, le ex frecce d’argento non sono mai apparse particolarmente incisive.
Se non altro, Sir Lewis ha avuto un’ottima opportunità per “entrare nel mood” da pilota della Ferrari.
Assolutamente anonime Mc Laren e Aston Martin. Il team di Woking ha visto il già citato Norris chiudere sesto dopo una gara priva di acuti e Piastri ottavo davanti ad Alonso e Stroll, con l’asturiano apparso più impegnato ad occupare il sedile che Hamilton lascerà libero l’anno prossimo che a rendere competitiva “la verdona”, divenuta l’ombra di sé stessa se pensiamo allo scoppiettante avvio di stagione che ci aveva mostrato nel 2023.
Scintille in casa Racing Bull (ex Alpha Tauri), con Tsunoda che mal digerisce l’ordine di scuderia di far passare Ricciardo a causa della diversa strategia dell’australiano, impegnato ad affrontare l’ultimo stint su gomme morbide. Il giapponesino ha avuto una reazione via radio degna dell’Alonso dei tempi d’oro, commentando “grazie ragazzi, lo apprezzo molto” per poi rischiare di speronare il suo compagno di squadra con una manovra assurda subito dopo la bandiera a scacchi.
Disastro totale per l’Alpine con Ocon e Gasly, rispettivamente diciassettesimo e diciottesimo al traguardo, risultato che ha già fatto saltare le teste del direttore tecnico Matt Harman e del responsabile dell’aerodinamica Dirk de Beer.
A proposito di teste tagliate, sabato si corre già nella civilissima Arabia Saudita, dove la pena di morte per decapitazione è ancora largamente diffusa, sul velocissimo ed insulso tracciato cittadino di Jeddah, anticipando le attività in pista di un giorno a causa dell’inizio del Ramadan.