Verstappen domina, come da copione, il GP della Cina, disputatosi sul bel tracciato di Shangai, vincendo sia la gara sprint del sabato che il GP della domenica. Ordinaria amministrazione, se non fosse per le qualifiche pazze della gara sprint, complice la pioggia ed il manto di bitume con il quale è stato riasfaltato il circuito, rendendolo scivolosissimo e permettendo ad un sorprendente Norris di arraffare la pole davanti a due vecchie volpi come Hamilton, alle prese con una Mercedes sempre più in modalità “carriola” ed Alonso con una rediviva Aston Martin, che sembra aver risolto i problemi di velocità di punta sul dritto che l’affliggevano l’anno scorso. Il giovane Lando non ha saputo comunque capitalizzare il risultato, facendosi beffare da sir Lewis al via, mentre Verstappen rimaneva attardato da problemi alla parte ibrida, una volta risolti i quali ha rimontato fino a prendere il comando e portare a casa l’ennesima vittoria di routine. A movimentare le cose ci hanno pensato i piloti della Ferrari e Alonso, tutti e tre in lotta per il quarto posto. Ad avere la peggio è stato l’asturiano, costretto al ritiro per una foratura dopo essersi toccato con Sainz, resosi poi protagonista di una difesa con il coltello fra i denti nei confronti del suo compagno di squadra, che, via radio, si è lasciato scappare alcune espressioni non proprio oxfordiane. In realtà si sospetta si tratti di una sorta di “training psicologico” per Leclerc, strutturato da un pool di specialisti selezionati direttamente da Elkann e Vasseur, con l’obbiettivo di preparare il monegasco alla convivenza con Hamilton. Una valida alternativa ad un viaggio a Lourdes ed un tributo al pensiero scientifico.
La gara di domenica è stata ravvivata da un doppio intervento della Safety Car, causato prima dal ritiro di Bottas, forse spaventato dall’idea di andare dal barbiere, poi dall’incomprensibile tamponamento di Stroll ai danni di Ricciardo al momento della ripartenza, che se da un lato ha permesso a Norris di sfruttare la situazione cambiando le gomme al momento giusto ed arraffare un secondo posto che vale oro grazie ad una strategia ad una sola sosta, dall’altro ha evidenziato come anche all’Aston Martin ci sia qualcuno, oltre a Stroll, ad essere maturo per il lettino dello psicanalista, vista la scelta assurda di montare una soft ad Alonso mentre era quarto, ben sapendo che era l’opzione meno adatta alla pista di Shangai. Il vecchio Nando si è comunque divertito, togliendosi lo sfizio di segnare il giro più veloce della gara e, dopo la seconda sosta, chiudendo in settima posizione.
La Ferrari, entrata in crisi al momento di passare alla gomma dura, porta a casa un dignitoso quarto e quinto posto con Leclerc davanti a Sainz, ripiombando così nel solito clima messianico, alimentato dai proclami di Vasseur nei giorni precedenti la trasferta cinese, che, avendo come sempre capito tutto, continua ad annunciare solennemente “urbi et orbi” i nuovi aggiornamenti che arriveranno a Miami ed Imola e che saranno sicuramente determinanti per giocarsi il “Mondialino degli altri” con la Mc Laren. Nel frattempo attendiamo in grazia, stupendoci del fatto che il muretto di Leclerc abbia comunque azzeccato alla perfezione le tempistiche senza complicargli ulteriormente la vita.
Ma veniamo ora alla terza Ferrari in gara, quella dipinta di grigio con la stella a tre punte al posto del cavallino rampante sul muso. Hamilton, dopo l’eccezionale quanto insperato secondo posto nella gara sprint del sabato, non è riuscito ad andare oltre il penultimo posto in griglia nelle qualifiche per la domenica. Su tutto ciò si possono formulare svariate ipotesi: c’è chi sospetta che sir Lewis si sia fatto eccessivamente influenzare dalla lettura di “Dr Jackyll & Mr Hyde” , mentre qualcuno ha insinuato che Toto Wolff, nel quadro di una politica di mobbing ai danni del campione inglese, abbia pensato bene di rinchiuderlo sedato in una toilette, mandando in pista con il suo casco Bertrand Gachot o addirittura Eliseo Salazar.
La speranza è che a Miami, Chris Horner prenda spunto da quest’idea e sostituisca Verstappen con Ukyo Katayama.
Arrivederci in Florida fra due settimane, auspicando che chi ha progettato l’insulso tracciato cittadino intorno allo stadio del Superbowl finisca tra le fauci degli alligatori.