Max Verstappen ha vinto, dopo un finale tiratissimo, il GP dell’Emilia Romagna, lottando per tutto il weekend con una Red Bull apparsa sin dal venerdì in grande difficoltà sugli splendidi saliscendi del circuito di Imola, difficoltà accentuatesi nella seconda parte di gara, quando l’olandese è passato alle gomme dure. La monoposto anglo-austriaca, forse anche a causa dell’assenza del genio di Stratford upon Avon (non quello che ha scritto l’Amleto, ma bensì l’altro, che per hobby progetta macchine vincenti da più di trent’anni), è apparsa meno bilanciata nonché priva del consueto carico aerodinamico che la contraddistingue. A conferma di ciò l’elevato numero di famigerati Track limits, con rischio di incorrere in cinque secondi di penalità, accumulato da super Max nella prima parte di gara, nel vano tentativo di crearsi un minimo di gap da uno scatenato Norris e da un Leclerc al volante della Ferrari “aggiornata”. Rimane il fatto che l’olandese, nel finale, ha lamentato un consumo anomalo dell’anteriore sinistra, permettendo a Norris di rosicchiargli i sei secondi di distacco che era riuscito ad accumulare e, molto probabilmente, senza una piccola sbavatura dell’inglese in uscita della Villeneuve a cinque giri dalla fine, le sue possibilità di difendersi da una Mc Laren sempre velocissima sul dritto, sarebbero state poche. Indubbiamente questo Gp dell’Emilia Romagna verrà ricordato da Verstappen e da milioni di appassionati come una delle sue vittorie più sofferte. Meno male, aggiungiamo noi.
Dal canto suo Leclerc, ottimo terzo, ha messo pressione a Norris proprio mentre quest’ultimo iniziava il suo tentativo di riagganciarsi a Verstappen, combinando però un’ingenuità alla Variante Alta (oggi dedicata a Fausto Gresini), forse anche a causa della presenza del ministro Salvini, precludendosi così la possibilità di essere lui l’inseguitore del campione del Mondo nel finale. Tuttavia il monegasco può dormire sonni tranquilli, dato che, nella gara di casa sua, domenica prossima, l’esponente della Lega non dovrebbe essere nei paraggi, pertanto non dovrebbe esserci il rischio di rimediare una figuraccia come quella di Vettel a Monza nel 2018. Bisogna comunque riconoscere che i tanto invocati aggiornamenti si sono rivelati tutto sommato efficaci, permettendo a Charles di girare per tutta la gara con un ritmo simile a quello della Red Bull, pertanto, se il suo proverbiale talento sul giro secco gli permetterà di arraffare una pole sulle stradine del Principato, viste anche le note difficoltà di sorpasso in un tracciato così angusto, domenica può sognare in grande. Inutile quindi la sua espressione degna di chi sta subendo un pignoramento nelle interviste post-gara.
Sinora abbiamo parlato della Red Bull al singolare, dato che Perez, mostrando forse il vero livello delle monoposto anglo-austriache, dopo non essere nemmeno riuscito ad entrare in Q3 al sabato, ha arrancato per sessantatre giri chiudendo ottavo e subendo persino un bel sorpasso da Hamilton, la cui Mercedes, come abbiamo già sottolineato in più di un’occasione, si presterebbe meglio ad un uso di tipo igienico-sanitario. Non contento, il messicano ha poi dichiarato che Imola, a suo avviso, sarebbe inadatta alla F1 attuale in quanto “troppo stretta”, dimenticando che già domenica si corre a Montecarlo. A questo punto non ci resta che sospettare che voglia darsi al cabaret, sapendo che il suo posto in Red Bull è sempre più vacillante…
In chiusura, una menzione di merito per chi forse lo sostituirà: Tsunoda. Il giapponesino della Visa Cash-ex Alpha Tauri-o-come-cavolo-si-chiama, ma pur sempre made in Faenza, sta dimostrando una crescita costante, fatta di prestazioni sempre più convincenti, anche nei team radio, durante i quali ha definitivamente abbandonato i toni da ragazzotto disadattato che lo contraddistinguevano l’anno scorso. Va poi ricordato che per tutto il weekend imolese si è tolto il lusso di stare davanti a Ricciardo, il quale comunque non ci pare abbia perso il suo sorriso cavallino.
Infine, per una volta, possiamo dire che persino Stroll è stato autore di una buona gara, chiudendo nono con un’Aston Martin che, al momento, è quella che è, ma con la soddisfazione anche per lui di arrivare davanti al suo illustrissimo compagno di team.
Arrivederci domenica prossima sul toboga monegasco, dove dal diluvio di quarant’anni fa, emerse quell’indimenticabile casco giallo.