Lando Norris vince il GP di Abu Dhabi, disputatosi sull’ormai quasi storico tracciato di Yas Marina, regalando così alla Mc Laren il titolo costruttori, al termine di una stagione che, forse, ha visto chiudersi il ciclo Red Bull in attesa di aprirne un altro sull’asse Woking-Maranello.
La Ferrari, Leclerc in primis, ci ha sperato fino all’ultimo, tuttavia, se il monegasco è incappato in uno dei suoi weekend perennemente in bilico tra la sfiga fantozziana e l’impresa memorabile, la solidissima gara d’addio di Sainz, secondo al traguardo e perennemente attaccato agli scarichi di Norris, ha dimostrato che comunque le rosse non sono riuscite a trovare quegli ultimi due decimi di passo in più che avrebbero permesso allo spagnolo di lottare per la vittoria.
La Mc Laren, seppur favorita della vigilia, è pur sempre riuscita a complicarsi la vita con Piastri, il quale anziché fare da guardaspalle al suo compagno di team, si è prima lasciato coinvolgere in una toccata al via con Verstappen, poi, tentando di rimontare, ha pensato bene di tamponare la derelitta Williams di Colapinto. A Grove ormai piove sul bagnato, per cui, per una volta, suggeriremmo anche a Sainz di compiere un pellegrinaggio a Lourdes in vista del 2025…
L’autoscontro alla prima curva tra l’australiano ed il campione olandese è costata a quest’ultimo l’ennesima penalità di dieci secondi, penalità apparsa a tutti (noi compresi) eccessiva, dando l’impressione di essersi trattato di un normale incidente di gara che in una fase concitata come la partenza può facilmente innescarsi, tuttavia Verstappen non ha perso occasione di dare il meglio di sé: dopo un weekend caratterizzato dallo strascico di polemiche con Russell e dal mancato chiarimento fra i due alla cena di fine anno dei piloti, sulla quale torneremo in seguito, Max si è lasciato andare ad una serie di insulti rivolti alla direzione gara, per cui la voce secondo la quale dovrà svolgere i suoi “lavori socialmente utili” addirittura in Rwanda risulta sempre meno infondata. Non è un caso quindi che si parli sempre più della “tossicità” dell’ambiente Red Bull, prova ne sia la diaspora di tecnici che stanno sommergendo di CV gli altri team. Avanti di questo passo rimarrà solo il povero Lambiase a sopportarlo.
Il GP di Abu Dhabi verrà comunque ricordato come la gara degli addii, ad iniziare da quello di Bottas alla Sauber sempre più targata Audi: per il finlandese, il cui barbiere non ha ancora capito che gli Wham non sono più in testa alle classifiche e che la TV non sta più trasmettendo “Miami Vice” da un pezzo, si prospetta un ritorno in Mercedes in qualità di pilota di riserva, senza che per questo Toto Wolff si senta in dovere di ammazzare il vitello più grasso.
Tra fiumi di lacrime, Sainz ha salutato la Ferrari per la Williams, forse sperando, in cuor suo, che si tratti di un “arrivederci”, nonostante una voce di questi giorni parli addirittura di una sorta di scambio interno che vedrebbe lo spagnolo in Mercedes e Antonelli dirottato a Grove a farsi le ossa, soluzione che permetterebbe al talentuoso diciottenne bolognese di maturare ed accumulare esperienza senza troppa pressione ed al contempo eviterebbe di relegare Sainz al ruolo di comprimario, dato che con Russell formerebbe una delle coppie più interessanti della griglia.
Tralasciando l’addio di Perez, del quale, onestamente, non importa un fico secco a nessuno se non a suo padre, l’evento clou è stato lo show di Hamilton che prima ha quasi baciato la sua ormai ex monoposto, per poi ricevere i commossi saluti di Wolff e compagnia in un clima da film di Frank Capra che nemmeno l’occhiataccia di benvenuto lanciatagli da Leclerc sembra aver turbato. Entrambi sono stati protagonisti di una gara memorabile: Leclerc, dopo aver rimediato un’intossicazione alimentare alla cena di cui sopra, ha dovuto scontare una doppia penalità in griglia che l’ha relegato in ultima fila, per poi rendersi protagonista di una super rimonta che, a metà del primo giro lo vedeva già ottavo e che si è concretizzata con un terzo posto all’arrivo dal sapore eroico, mentre Hamilton, sedicesimo al via dopo una qualifica rovinata da un paletto finito sotto il muso della sua monoposto, ha saputo sfruttare una strategia alternativa partendo con gomme dure per passare alle medie nella seconda parte di gara, arrivando così a soffiare il quarto posto a Russell nel corso dell’ultimo giro. Vasseur ha sicuramente già capito che gestire il rapporto tra i due sarà alquanto problematico, tuttavia sembra che John Elkann sia disposto a pagargli un ciclo di lezioni private da Ron Dennis…
Nota di encomio per Gasly, che ha chiuso questo 2024 attraversando un grande momento di forma, settimo al traguardo con un’Alpine sempre più Briatore-style e per Colapinto, che si è ritirato senza fare danni eccessivi, probabilmente a causa del tamponamento subito da Piastri al via.
Ma torniamo all’evento che ha tenuto banco per l’intero weekend di Abu Dhabi, ovvero la famosa cena dei piloti, il cui conto (cinquemila dollari) è stato pagato da Bottas. Se poi il finlandese abbia anche urlato “e chi non beve con me, peste lo colga” con inflessione sarda, non ci è dato di sapere, dato che i veri protagonisti della serata dovevano essere Russell e Verstappen: invitati dai colleghi a chiarirsi dopo che la loro rissa verbale dei giorni che hanno preceduto la gara stava assumendo sempre più dei toni da osteria, soprattutto da parte del quattro volte iridato, al quale l’alfiere della Mercedes ha risposto lucidamente a tono, i due hanno fatto di tutto per evitarsi e nonostante gli stratagemmi messi in atto per farli sedere vicini, nella foto ricordo appaiono separati dall’intera tavolata, con buona pace di tutti.
Arrivederci a Marzo dell’anno prossimo, sperando di assistere ad un campionato combattuto solo in pista, senza il corollario di certe inutili e stucchevoli polemiche o di atteggiamenti sopra le righe, talvolta alimentati più dalle discutibili scelte della federazione o della direzione gara che dai media. Tanti Auguri!!!