FORMULA 1 | GP ABU DHABI | Il sipario strappato??

Formula 1 | GP Abu Dhabi

FORMULA 1 | Il GP di Abu Dhabi, disputatosi sul tracciato pseudo-cittadino di Yas Marina, ha finalmente messo la parola fine a questo interminabile campionato, dominato inesorabilmente da Max Verstappen e dalla Red Bull, tuttavia qualcuno insiste a sottolineare che quest’ultima gara possa essere letta come una sorta di anticipo di ciò che vedremo nel 2024. Se ciò fosse vero, c’è da mettersi le mani nei capelli, dato che nessuno sembra in grado di spezzare l’egemonia del team anglo-austriaco e del campione olandese, nonostante i progressi mostrati da alcune squadre, Mc Laren in primis, nella seconda parte della stagione.

Sicuramente in questi ultimi due appuntamenti Vestappen ha vinto senza rifilare distacchi siderali alla concorrenza, alimentando così le speranze soprattutto della Ferrari, che nonostante l’ottimo secondo posto di un combattivo e ritrovato Leclerc, ha mancato l’obbiettivo di vice campione del mondo tra i costruttori. Vasseur, l’uomo che “ha capito tutto”, ha già dichiarato che la prossima monoposto di Maranello non sarà uno stravolgimento del progetto attuale. Tradotto, l’anno prossimo le rosse potrebbero vincere due, forse tre gare anziché una, con buona pace dei tifosi e di tutti quegli appassionati ormai di una certa età che si ricordano che dall’ultimo titolo di Raikkonen sono trascorsi ben diciassette anni.

Se il trend mostrato in questo finale di stagione dovesse mantenersi, il team che ha mostrato maggiori “segnali di risveglio” è, come dicevamo, indubbiamente la Mc Laren, che potrebbe aspirare a vincere qualcosa in più di una gara-sprint del sabato con i suoi golden boys Piastri e Norris, quest’ultimo coinvolto in un bel duello con Perez culminato in un’assurda penalità per il messicano. Tutto ciò ha permesso ad un Russell in giornata di chiudere sul terzo gradino del podio e regalare così ad una Mercedes, mai del tutto convincente quest’anno, la piazza d’onore tra i costruttori.

Tra i promossi di questo stucchevole 2023 possiamo sicuramente menzionare Alonso e Tsunoda: Alonso, a quarantadue anni suonati, ha mostrato lo smalto di un ragazzino e contemporaneamente ha saputo far leva sulla sua esperienza, che gli ha permesso di tornare con regolarità sul podio come ai tempi migliori, togliendosi così lo sfizio sia di umiliare il suo compagno di squadra che di chiudere al quarto posto assoluto nella classifica piloti. Tutto ciò nonostante i difetti congeniti di un’Aston Martin che, senza clamorosi errori di strategia, avrebbe persino potuto regalargli la soddisfazione di vincere a Montecarlo.

Il giapponesino dell’Alpha Tauri, dal canto suo, ha sempre mostrato ottime doti velocistiche e nelle ultime gare è apparso sempre più convincente anche nella condotta di gara, abbandonando fortunatamente (per lui), certi team radio, talvolta lamentosi, talvolta iracondi, che ci avevano indotto a sospettare soffrisse di un leggero disturbo bipolare. Forse in terapia saranno andati i suoi ingegneri…

Bocciato senza appello Perez, che pur guidando una Red Bull, dopo le vittorie di inizio stagione si è spesso lasciato beffare da avversari al volante di monoposto meno competitive e bocciato pure Bottas, che per dieci milioni di euro all’anno, oltre ad impoverire i bilanci della Sauber (dall’anno prossimo non più Alfa Romeo), ha palesato tutta la sua inconsistenza agonistica, facendosi spesso battere dal suo compagno di team, il cinese Zhou.

Inutile perdere tempo per parlare di Seargent o Stroll. Il primo verrà quasi sicuramente giubilato dalla Williams in favore di un giovane interessante come Viesti, mentre il secondo andrà avanti nella scuderia di papà lasciando che Alonso continui a fare un altro mestiere.

Ora attendiamo il 2024, facendo i migliori auguri a Robert Kubica, ingaggiato dalla Ferrari per il WEC, magari sperando di ripetere il trionfo di Le Mans ed a Kimi Antonelli, che debutterà in Formula due sotto l’occhio attento di Toto Wolff e della Mercedes.

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