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FORMULA 1 | GP BELGIO 2023 | Lambiase, se giungi a Spa…

by Massimiliano Franchetto
Formula 1 | GP Belgio 2023

Il GP del Belgio, disputatosi sulla bella e terribile pista di Spa-Francochamps, è stato, come al solito, dominato da Max Verstappen e dalla sua inarrestabile Red Bull, che sulle Ardenne ha centrato una doppietta grazie ad un, si fa per dire, redivivo Perez.

Il weekend è stato però caratterizzato dagli “scontri” verbali tra l’olandese ed il suo ingegnere di pista Gianpiero Lambiase, che hanno dato vita ad autentici siparietti degni di “Casa Vianello”, confermando la tesi di chi sostiene siano come una coppia di anziani coniugi che litigano per decidere cosa guardare in TV. Lo show era iniziato sin dalle bagnatissime qualifiche del venerdì, con l’ingegnere anglo-italiano sempre pronto a rispondere a muso duro a certe uscite sopra le righe del campione olandese, per poi trasformarsi in un festival della smargiassata durante la gara di domenica, il tutto ad uso e consumo di questa Formula Netflix, nella quale il gesto sportivo sembra essere sempre più relegato in secondo piano rispetto allo spettacolo.

Al secondo posto un Perez alla disperata ricerca di una conferma per la prossima stagione. Il messicano, dopo aver rischiato, a causa del suo eccessivo zigzagare, di innescare una carambola al via degna del Grosjean 2012, ha comunque condotto una gara accorta, arrivando però a ben ventidue secondi dal suo compagno di team, con buona pace della premiata ditta Horner&Marko, sempre pronti ad agitargli davanti lo spauracchio di Ricciardo.

Le proibitive condizioni meteo che hanno caratterizzato le attività del venerdì e la sprint race del sabato sono presto spiegate: la Ferrari ha azzeccato perfettamente la strategia, permettendo a Leclerc, partito in pole grazie alla penalità di Verstappen, di chiudere il podio dietro alle monoposto anglo-austriache, tuttavia, l’espressione del monegasco durante la premiazione tipica di chi sta aprendo la fattura del conguaglio del gas e le sue dichiarazioni nelle rituali interviste post gara, dicevano tutto. Non a caso, si vocifera che a Maranello verrà presto sottoposto ad un ciclo di specifici allenamenti per i muscoli facciali in modo da fingere di sorridere davanti alle telecamere.

Assolutamente ingiudicabile la gara di Sainz, virtualmente finita dopo poche curve a causa di una toccata malandrina di Piastri che, oltre a provocare il ritiro anche di quest’ultimo, ha aperto la fiancata della Ferrari come una scatoletta di tonno, rendendo assolutamente vano il tentativo dei box di far proseguire lo spagnolo, costringendolo ad arrancare nelle retrovie fino al ventiquattresimo giro.

Se in testa la situazione si è cristallizzata fin dal secondo pit stop, con un Hamilton che, pur togliendosi la soddisfazione di strappare a Verstappen il giro più veloce, non è mai apparso in grado di insidiare Leclerc per il podio. Nelle ultime posizioni valide per conquistare punti Gasly, Ocon e Tsunoda, un altro sul quale lo spauracchio di Ricciardo ha avuto un effetto galvanizzante, se le sono date di santa ragione, regalandoci sorpassi bellissimi in punti talvolta impensabili.  Del resto, considerando le purghe staliniane che si sono verificate ai vertici dell’Alpine durante il fine settimana, è quasi fisiologico che tutti diano il massimo per evitare di perdere il posto, piloti compresi.

Chi ha molto da recriminare è sicuramente la Mc Laren, che nelle ultime gare aveva favorevolmente impressionato, tuttavia, nella foresta delle Ardenne, il team di Woking ha preso la decisione scellerata di puntare tutto su un assetto da bagnato, costringendo il buon Norris a disputare una gara anonima che ha chiuso al settimo posto, addirittura dietro alla sempre più deludente Aston Martin di Alonso, che avrebbe sicuramente preferito spegnere le sue quarantadue candeline lottando più avanti.

Una volta, in questo periodo dell’anno, si diceva: buone vacanze a tutti, ora vista l’attuale congiuntura, crediamo si meglio soprassedere. Arrivederci a fine Agosto a Zandvoort, la spiaggetta privata di Verstappen.

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