Max Verstappen ha vinto, grazie anche ad un errore del box Mc Laren che ha fatto perdere la testa della corsa a Norris, il GP del Canada, disputatosi, come di consueto, sul veloce tracciato dell’isola di Nôtre Dame, tuttavia a far notizia, in una gara tiratissima e ricca di colpi di scena, è stato il disastroso weekend della Ferrari. Le prime avvisaglie si erano colte sin dalle prove libere del venerdì, quando Leclerc, via radio, chiedeva al muretto “perché siamo così lenti?”. Già, perché? La sensazione è che su un circuito da basso carico aerodinamico e sostanzialmente privo di curvoni da percorrere in appoggio, le monoposto di Maranello non siano state in grado di far funzionare adeguatamente gli pneumatici, divenendo, di fatto, inguidabili. L’instabilità del meteo poi, non ha permesso di lavorare appieno sulle vetture, complicando ulteriormente la situazione. A ciò si aggiunge qualche dubbio sull’affidabilità della power-unit della macchina di Leclerc, costretto mestamente al ritiro dopo un tentativo suicida di montare le gomme slick in condizioni di asfalto ancora umido.
Noi però ci permettiamo di dubitare di tutto ciò, sospettando che in realtà alla base di questo bilancio fallimentare ci sia la paura di Vasseur, l’uomo che capisce tutto, di essere costretto a fare un tuffo nelle gelide acque del fiume San Lorenzo in caso di vittoria di una Rossa, ripetendo così lo show di Monaco, pertanto, tutti a casa e polmonite schivata.
Come dicevamo, la vittoria di Verstappen è maturata soprattutto grazie ad un errore abbastanza clamoroso del muretto Mc Laren, dove forse Andrea Stella ha creduto per qualche istante di essere ancora alla Ferrari, dato che Norris aveva sicuramente in mano la vettura più veloce in pista, prova ne siano gli splendidi sorpassi ai danni sia di Russell, partito in pole position con una rediviva Mercedes ed arrivato comunque a podio, sia dello stesso Verstappen, alle prese con un Red Bull in crisi di sospensioni. Al momento dell’ingresso della safety car, causata dalla Williams di Seargent finito a muro, il muretto Mc Laren ha lasciato fuori Lando per un paio di giri anziché approfittare della situazione per effettuare il pit-stop, come invece hanno fatto tutti gli altri, facendogli così buttar via una vittoria praticamente certa. Tutto ciò non gli ha comunque impedito di sfoderare il suo sorriso da spot di un dentifricio durante la premiazione e nelle interviste del post gara, ben sapendo che il suo sport preferito è frantumare gli zebedei di Verstappen telefonandogli in continuazione mentre gioca alla play station. “So’ ragazzi”, direbbe qualcuno…
A completare il weekend nero della Ferrari ci ha pensato Sainz, finito in testa-coda al cinquantaquattresimo giro, mentre arrancava comunque nelle retrovie, testa-coda che ha coinvolto l’incolpevole Albon, fin lì autore di una gara con il coltello fra i denti, spedendolo a muro e provocando così un nuovo ingresso della vettura di sicurezza.
Dopo la nuova girandola di soste ai box si è rivista una Mercedes estremamente pimpante, che ci ha regalato il bel duello nel finale tra Hamilton, ormai pronto a sfoderare uno scontato vittimismo causato dal sentirsi isolato all’interno di un team che lui stesso ha annunciato di lasciare con un anno di anticipo e Russell, in una delle sue giornate di grazia, quello che ci regalano un pilota solido, veloce, combattivo e sempre sul pezzo. La sua espressione delusa sul podio ci induce a sospettare che aspirasse a qualcosa di più e che, grazie ai vari pacchetti di aggiornamento, le frecce stiano tornando d’argento. O per lo meno d’alluminio. Per una volta si è evitato che Toto Wolff, particolarmente sardonico a fine gara, fracassasse qualche monitor, con buona pace dei bilanci del team anglo-tedesco.
Arrivederci a Barcellona fra due settimane, dove facendo i conti con uno dei circuiti aerodinamicamente più probanti del Mondiale, avremo la possibilità di valutare meglio gli equilibri in campo, benché si stia facendo sempre più strada la convinzione che in realtà la Mc Laren stia diventando la vettura da battere.