L’accento sulla “o” finale è, ovviamente, facoltativo, come spesso avviene quando si corre sul toboga monegasco, che, ricordando una serie di celebri film di spionaggio, ha visto un tizio al volante di un’Aston Martin tentare di mettere in atto il piano perfetto per poi incappare in una serie di disavventure, cavandosela comunque in qualche modo.
Verstappen, dopo aver conquistato una rocambolesca pole position al sabato, battendo forse il singolare record di urti contro le barriere, centra l’ennesima vittoria in una gara che poteva rappresentare la grande chance per Alonso, che sui social aveva lasciato trapelare il suo ottimismo. Certo, la Red Bull, come ormai tutti ben sappiamo, è una monoposto talmente perfetta da risultare quasi paradigmatica, tuttavia, l’assenza di lunghi rettilinei, notoriamente indigesti all’Aston Martin, aveva alimentato la speranza che, con un’adeguata strategia, Alonso potesse avere la concreta possibilità di interrompere la striscia di vittorie del team anglo-austriaco. Già al sabato il grossolano errore di Perez, finito a muro a Sainte Devote, aveva spianato all’asturiano la strada per arpionare, con un giro comunque straordinario, la prima fila, dandoci l’impressione, complice il suo sorriso in bilico tra quello che si ostenta nello spot di un dentifricio ed il ghigno di un serial killer, che stesse tramando qualcosa per la gara. Cosa che avrebbe trovato conferma sulla griglia di partenza, dove l’olandese decide di prendere il via con gomme medie, mentre Alonso opta per le dure, tentando di allungare il primo stint e superare la Red Bull grazie all’overcut, il tutto facendo la danza della pioggia, prevista per le ultime fasi di gara. Verstappen mangia subito la foglia, risparmiando il più possibile le sue Pirelli a striscia gialla e facendole durare venti giri in più della finestra consigliata, passando direttamente alle intermedie quando, a venti giri dalla fine, la pioggia inizia a cadere in modo torrenziale su tutto il circuito. Tuttavia, l’idea di Alonso avrebbe sicuramente funzionato, sia in condizioni di asciutto che di bagnato, se il muretto dell’Aston Martin, sulla base di chissà quali informazioni, non avesse deciso di montargli prima la gomma media su una pista ormai impraticabile con le slick, ignorando le reiterate richieste del pilota di passare direttamente alle intermedie, per poi fermarlo di nuovo, prova ne sia che dopo la seconda sosta Alonso aveva un distacco intorno ai venti secondi dall’olandese. In sintesi: un autentico colpo di genio il cui risultato è stato buttare nel cesso una vittoria tirando, è il caso di dirlo, l’acqua due volte.
Alla festa si è aggregato Esteban Ocon, uno spilungone di cui si parla sempre troppo poco: partito terzo dopo una strepitosa qualifica, lotta come un leone in gara tenendosi dietro, grazie anche alle congenite difficoltà di sorpasso del tracciato, un Sainz comunque garibaldino, al punto da arrivare al contatto rimettendoci una bandella dell’alettone anteriore.
La Ferrari è apparsa comunque in stato confusionale sul piano tecnico, lasciando disorientati i tifosi con la nuova telenovela degli aggiornamenti (li portiamo a Imola, no, forse a Barcellona, no, non li portiamo). Dal canto suo Leclerc, apparso galvanizzato dalla sua gara di casa come chi ha appena assistito ad un’autopsia, ha comunque provato nei primi giri ad infastidire Sir Lewis Hamilton, autore del giro più veloce della gara al volante della Mercedes versione “b”, a pance larghe, la cui bontà sarà meglio valutabile su altre piste, ma che ha comunque permesso all’inglese di lottare per il podio con Ocon.
In conclusione, due parole per l’encomiabile Tsunoda, coinvolto anche lui nella tragica alluvione dell’Emilia Romagna: dopo aver passato una settimana a spalare fango nella sua Faenza, ha sfiorato la zona punti correndo con un’Alpha Tauri praticamente senza freni anteriori, prima di finire lungo e chiudere sedicesimo.
Arrivederci fra una settimana a Barcellona, finalmente una pista vera, un classico misto-veloce molto tecnico che fornirà risposte attendibili sul reale valore delle vetture e degli aggiornamenti messi in campo dai vari team.