Max Verstappen come da pronostico, ha dominato il suo GP di casa, nonostante due improvvisi scrosci di pioggia, uno al via ed uno negli ultimi giri, abbiano reso la gara caotica e ricca di colpi di scena.
Pronti via ed Alonso, al volante di una ritrovata Aston Martin, compie una magia superando subito Norris e Albon, dimostrando il suo consueto smalto che il tempo sembra non riuscire a scalfire, mentre la pioggia aumenta di intensità, costringendo tutti a passare alle gomme intermedie. Qui inizia l’ennesimo calvario di Leclerc che, tra i curvoni di Zandvoort, assume i contorni di un autentico psicodramma: dopo aver danneggiato il fondo a causa di una bandella persa dopo una toccata con Piastri al via, comunica tardivamente al muretto la sua decisone di rientrare, giungendo in piazzola senza che i meccanici siano pronti e rimanendo così fermo per ben tredici secondi, ovvero un’eternità. La domanda però sorge spontanea: se il pilota è stato, come al solito, il primo a fare ammenda e ad ammettere il suo errore, nessuno nel box Ferrari si è accorto che la pioggia avrebbe costretto tutti a passare alle gomme intermedie in pochi istanti?
Alcuni giri dopo, al momento di tornare sulle gomme soft, la Ferrari del monegasco, avendo danneggiato i tubi di Venturi, si rivela subito inguidabile. Il sospetto che si fa strada tra gli appassionati e gli addetti ai lavori è che, a questo punto, una buona parte dell’organigramma del team di Maranello, dal suo pilota teoricamente di punta in giù, dovrebbe finire sul lettino di un terapeuta, meglio se bravo, per capire fino a che punto una caduta dal seggiolone durante il primo anno di vita, stia influenzando così negativamente la stagione. “Mi chiamo Charles, ho ventiquattro anni e corro per la Ferrari…” eccetera eccetera. Se non altro, il Mondiale 2023 della Rossa assumerebbe i contorni di un film di Woody Allen anziché quelli di una tragedia greca.
A complicare ulteriormente il difficile momento di Leclerc ci si è messa pure la solida prestazione di Sainz, autore di una gara coriacea e senza sbavature che gli ha permesso di chiudere quinto, mentre il monegasco, cercando forse di spremere una monoposto, resa instabile anche dai danni al fondo, oltre il limite, finiva spesso nelle vie di fuga, fino al definitivo ritiro al quarantatreesimo giro.
Ciononostante, mentre scriviamo iniziano già a circolare dichiarazioni ottimistiche per la gara di Monza, forse anche a causa di una prevendita non entusiasmante, che ci inducono a ricorrere a tutte le strategie apotropaiche del caso.
Mentre il leader del Mondiale si permetteva un’intensa conversazione con il suo box in tema di scienze meteorologiche, Gasly portava avanti la sua furibonda rimonta compiendo quello che forse è stato il sorpasso più bello della gara, attaccando Sainz all’esterno della curva Tarzan e facendo così sospirare i telespettatori più anziani che, per qualche istante, non sono sicuramente riusciti a non pensare al numero di Villeneuve su Jones nel ’79, con la differenza che il francese, anziché bucare e rientrare ai box su tre ruote, è riuscito a salire sul podio, regalando così una boccata d’ossigeno ad un team, l’Alpine, che si sta barcamenando tra purghe staliniane ed attesa escatologica di una figura che rimetta ordine nel caos, ovvero Mattia Binotto: se gli italiani se le toccano, ai francesi gireranno, parafrasando Paolo Conte.
Negli ultimi giri le previsioni del colonnello Verstappen si rivelano azzeccate ed a farne le spese è l’Alfa Romeo di Zhou: mentre la pista diventa un lago, il cinese finisce a muro provocando una bandiera rossa.
Negli ultimi si giri sotto il diluvio Alonso si toglierà persino lo sfizio di infastidire il campione del Mondo, senza ovviamente riuscirci più di tanto, dando comunque l’impressione che l’Aston Martin, dopo parecchi tentennamenti nelle gare estive, abbia nuovamente imboccato la strada giusta per consolidarsi come seconda forza di questa stagione dominata dalla Red Bull, strada che, come sperano tutti, possa sfociare almeno in una vittoria. Arrivederci a Monza, dove i tifosi, anziché ballare come ha fatto la marea orange a Zandvoort, sono invitati a presentarsi ai cancelli con una bottiglietta di acqua santa.