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FORMULA 1 | GP SINGAPORE 2024 | Norris, una notte da brividi

by Massimiliano Franchetto
Formula 1 | GP Singapore 2024

Lando Norris, al volante di una Mc Laren che si sta dimostrando sempre più imbattibile, ha vinto il GP di Singapore, disputatosi sull’insidioso circuito cittadino di Marina Bay. Tuttavia, la vittoria dell’inglese è stata offuscata da un paio di piccole sbavature che, vista la quasi totale assenza di vie di fuga, hanno rischiato di trasformare un trionfo in una figuraccia colossale, costringendo il muretto del team di Woking ad improvvisarsi studio di coaching, invitando costantemente il pilota alla calma e, date le terribili condizioni climatiche caratterizzate dal caldo umido tipico dei paesi tropicali, a ricordargli in continuazione di bere. Cosa bere poi non ci è dato di sapere, ma siamo certi che con Kimi I Raikkonen il problema non si sarebbe posto. Sorge comunque un dubbio: non è che per caso la tanto chiacchierata “flessibilità “delle ali delle monoposto papaya nasca proprio con lo scopo di evitare danni schiantandosi contro i muretti dei tracciati cittadini? Ai posteri l’ardua sentenza.

 Eppure il buon Lando, alla faccia delle gufate di Nico Rosberg in cabina di commento, era riuscito per la prima volta a sfatare il tabù della pole, pur trovandosi di fianco un Verstappen comunque grintosissimo nell’arraffare la prima fila in qualifica e per nulla in disarmo in gara, benché sempre più ragioniere, nonché costretto anche  a fare i conti con i problemi di espressione verbale sui quali ci soffermeremo in seguito.

A chiudere il podio, un ottimo Piastri, a riprova della competitività raggiunta dalla Mc Laren. L’australiano è stato protagonista di una gara da mastino che, complice l’incomprensibile scelta di Hamilton di partire con gomma soft, gli ha permesso di scavalcare le Mercedes, raddrizzando così una qualifica un po’ sottotono che lo vedeva scattare dalla terza fila. All’arrivo si è persino tolto la soddisfazione di essere il meno sudato dei tre. Chapeau.

E la Ferrari? Le rosse di Maranello hanno pagato una qualifica disastrosa che ha visto prima Sainz finire a muro, fortunatamente, dato la dinamica dell’impatto, senza conseguenze né per lui né per il cambio e Leclerc commettere un piccolo errore a causa della temperatura non ottimale degli pneumatici, scatenando così “il giallo della termocoperta”, poi smentito dallo stesso Charles che, come sempre, non ha esitato a prendersi le sue colpe e, forse, anche qualcuna di più. Tuttavia in gara, grazie ad una strategia perfetta e ad un passo comunque a livello dei primi, il monegasco è riuscito a rimontare dal nono posto, dal quale scattava in griglia, al quinto, arrivando persino ad insidiare Russell, quarto sotto la bandiera a scacchi ed alle prese con una piccola crisi da affaticamento, che l’ha costretto a saltare le interviste post gara per sottoporsi a controlli medici. È chiaro che la Ferrari lascia la città-stato asiatica con una buona dose di rammarico, considerando che il ritmo mostrato in gara era sicuramente tale da permettere di lottare per il podio.

Note di encomio per Hulkenberg, nono con la Haas dopo un weekend tutto grinta e sostanza come nel suo stile e per Ricciardo, autore del giro più veloce nel tentativo di scippare un punticino a Norris, facendo così un piccolo favore a Verstappen. Purtroppo, se alcune voci troveranno conferma nei prossimi giorni, ciò rischia di diventare il canto del cigno per il Fernandel della F1, che dovrebbe cedere il sedile alla promessa neozelandese Lawson. È un peccato, perché Ricciardo, pur non essendo mai riuscito a tornare agli straordinari livelli di dieci anni fa, è un pilota che ha dato molto a questo sport e che ci auguriamo riesca a ricostruirsi una carriera in altre categorie.

Ma veniamo a quello che è stato il vero tema centrale della trasferta di Singapore, ovvero il linguaggio di Verstappen, sanzionato dalla Federazione con una “condanna” a lavori socialmente utili. Ben Sulayem, presidente della FIA, ha posto l’accento sul fatto che i piloti di F1, in quanto sportivi di alto livello costantemente sotto i riflettori, debbano in qualche modo essere un esempio, tuttavia non possiamo non far notare che se c’è questa particolare sensibilità nei confronti del turpiloquio, è anche vero che si corre in un sacco di paesi che non sono altrettanto sensibili al rispetto dei diritti umani. Aggiungeremmo che se si vuole insistere con la pratica quasi voyeuristica dei team radio, occorre mettere in preventivo che ascoltando conversazioni private in luoghi di lavoro c’è la concreta possibilità di sentire espressioni più o meno colorite.  Questo riguarda tutti gli ambienti lavorativi, sia che si tratti di un team di F1, di una fabbrica, di un ristorante o, possiamo confermarlo, di ambienti in cui si svolgono lavori socialmente utili. Mentre scriviamo, apprendiamo che persino la GrandPrix Drivers Association (GPDA) si è schierata in difesa del campione del Mondo olandese, il quale, con sommo sprezzo del ridicolo, ha prima inscenato la commedia della raucedine in conferenza stampa, per poi arrivare addirittura a minacciare il ritiro Forse la GPDA dovrebbe preoccuparsi maggiormente del fatto che si corre sempre più spesso su insulsi tracciati cittadini da duencentocinquanta di media,  con vetture ibride sulle quali può tempestivamente intervenire solo personale altamente qualificato.

In attesa di vedere Verstappen accompagnare in bagno un anziano, arrivederci ad Austin fra tre settimane, finalmente su una pista vera.

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