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FORMULA 1 | GP STATI UNITI | Ferrari e Mercedes hanno toccato il fondo?

by Massimiliano Franchetto
Formula 1 | GP USA 2023

La vittoria numero cinquanta di Max Verstappen e dell’inarrestabile Red Bull passa quasi in secondo piano di fronte al festival di occasioni sprecate da quelli che dovrebbero essere, insieme alla ritrovata Mc Laren, i suoi principali avversari, ovvero Ferrari e Mercedes, il tutto a prescindere dalla squalifica maturata nelle verifiche tecniche post gara di Hamilton e Leclerc in seguito alle irregolarità riscontrate al fondo delle vetture.

Sorvolando sulla gara sprint del sabato, al via della quale super-Max e Carletto si sono esibiti in una sorta di brutto remake degli storici duelli in partenza tra Schunacher e Hakkinen, quando l’olandese ha stretto quasi oltre il lecito il monegasco esattamente come soleva fare Schumy con il suo temutissimo ed all’epoca sposatissimo rivale  vent’anni fa, ma con la differenza che Hakkinen, al contrario di Leclerc, non si è mai fatto troppo intimidire riuscendo spesso a superare il Keiser nonostante certe manovre sin troppo “sporche”. Purtroppo per lui,  il monegasco della Ferrari si è ripetuto, in negativo, anche allo spegnimento dei semafori del gran premio di domenica, facendosi bruciare da Norris e gettando così alle ortiche l’ottima pole position conquistata al venerdì. Già, perché è comunque doveroso sottolineare che le rosse hanno dimostrato buoni spunti velocistici durante tutto l’arco del weekend, al punto che sia durante le qualifiche, sia durante le shootout della gara sprint, Leclerc è stato sistematicamente più veloce di Verstappen nel secondo settore dell’impegnativo circuito di Austin.

Di fronte a questi segnali, la banda Vasseur (l’uomo che ad inizio stagione ha dichiarato di “aver capito tutto”), pur sapendo di avere tra le mani una monoposto che in più di un’occasione ha mostrato problemi di degrado gomme, su uno degli asfalti più sconnessi della stagione ha pensato bene di impostare per Charles una strategia ad una sola sosta: il famigerato “piano D”, con il risultato che alla fine il muretto è stato costretto a chiedergli di dare strada a Sainz. Un “piano D” o un “piano da serie D”?

Spiace doverlo rimarcare, ma la sensazione è che Leclerc, a prescindere dal suo immenso talento, non riesca a dimostrare con il team la stessa autorevolezza che ha spesso fatto vedere in pista, proprio in un momento in cui il suo compagno di box si sta muovendo come un solidissimo e concreto uomo-squadra, al punto che, grazie alla squalifica di Hamilton e ad una gara disputata a testa bassa e senza fronzoli, lo spagnolo è riuscito a centrare il gradino più basso del podio dietro a Verstappen e Norris.

Se il rapporto tra Leclerc ed i suoi tecnici sta entrando sempre più in una fase, per così dire, psicanalitica, il box Red Bull si è ormai trasformato nel set di una sit-com in bilico tra “Casa Vianello” e “La strana coppia”, grazie ai gustosi battibecchi via radio tra Verstappen e Lambiase: il campione olandese lamenta problemi ai freni e chiede che non gli si parli in fase di frenata!! Benissimo, indovinate quando l’ingegnere italo-inglese si fa sentire…?? Appalusi e candidatura ai Grammy, qualora un Mondiale di F1 non bastasse più.

Ma non c’è solo  la Ferrari a non trovare la quadra con le strategie, dato che in Texas la Mercedes, al di là della squalifica, ha molti motivi per mordersi le mani (e forse altro): Hamilton ha dimostrato per tutto il weekend di avere tra le mani una monoposto estremamente competitiva, soprattutto per quanto riguarda il passo-gara, per cui, alla luce dei problemi ai freni lamentati da Verstappen, perché non tentare un undercut e provare a scavalcarlo, sapendo che, una volta in testa, sarebbe stato difficilmente insidiabile? Invece no, sir Lewis è stato lasciato fuori per tre giri di troppo al momento della prima sosta, vanificando così una performance che avrebbe potuto diventare maiuscola. Alla luce di quanto è accaduto in seguito, le dichiarazioni del campione inglese, che ha comunque accettato serenamente la squalifica, attenuano un po’ il sapore di beffa assunto da questo GP degli Stati Uniti, per cui “è stato meglio arrivare dietro, piuttosto che vedersi togliere la prima vittoria dopo due anni per un’irregolarità tecnica”.

Arrivederci domenica prossima a Città del Messico, in concomitanza con la tradizionale “festa dei morti”, che mai come quest’anno sembra dedicata alla Formula Uno…!!!

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