Max Verstappen vince, senza complicarsi troppo la vita anche sul mega kartodromo dell’Hungaroring, nonostante la fantastica pole di Hamilton avesse caricato la vigilia di ben altre aspettative. Invece il campione inglese ha pensato bene di sprecare tutto ciò che di buono si era visto sabato con una partenza incerta, ritrovandosi alla prima curva sfilato anche dalle Mc Laren del terribile duo Piastri&Norris. Sir Lewis Hamilton si è comunque confermato tale, scusandosi immediatamente con il team, tuttavia rimane la sensazione che, anche con uno start impeccabile, la Mercedes non sarebbe stata in grado di lottare per la vittoria con la Red Bull, rallentata prima da un problema di surriscaldamento dei freni, poi da una totale mancanza di passo nel secondo stint su gomma dura.
Incredibile ma vero c’è stato però qualcuno che è riuscito a partire persino peggio di Hamilton, ovvero Zhou: il cinesino dell’Alfa Romeo, dopo aver centrato un ottimo quinto posto in qualifica, tradito forse dall’emozione si è fatto risucchiare dal gruppo finendo per tamponare Ricciardo, scaraventando così l’Alpha Tauri dell’australiano addosso alle Alpine, con il risultato di eliminarle entrambe. Encomiabile la sportività dei piloti e dei vertici della squadra francese che non l’hanno gettato nell’olio bollente!!!
La Ferrari da par suo ha confermato il suo innato talento nel complicarsi la vita e di complicarla agli altri, soprattutto a Leclerc, che ancora una volta deve dar fondo alle sue pulsioni masochistiche per mantenersi una fedina penale intonsa. Questa volta però vi è una sorta di concorso di colpa, per cui, se da un lato il monegasco si ritrova fermo nove secondi a causa del difficoltoso montaggio di un ruota oltre a rischiare la disidratazione per un problema alla borraccia collegata al casco, dall’altro, infrangendo il limite di velocità in pit lane, si becca cinque sacrosanti secondi di penalità che alla fine rischieranno di mettere a rischio la posizione sul suo compagno di squadra Sainz. La gara della Ferrari, aggiungendo la rimonta garibaldina di Sainz con gomma soft nei primi giri, è tutta qui, pertanto l’annunciato arrivo di Diego Ioverno al posto di Mekies assume, agli occhi degli appassionati, contorni vagamente messianici, con tutto il corollario di sovraccarico di aspettative che comporterà. Buon lavoro e, soprattutto, buona fortuna.
Chi deve recitare un “mea culpa” grande come una casa però non è la scuderia di Maranello, che può sempre nascondersi dietro l’alibi del fatto che sta ristrutturando profondamente il suo organigramma e che la SF23 è comunque ancora frutto della precedente gestione Binotto, secondo un copione consolidato sin dagli anni Ottanta, ma l’Aston Martin, che dopo un interessante avvio di stagione con la striscia di podi centrati da Alonso, ora sta letteralmente facendo il passo del gambero, lasciando Budapest con una prestazione assolutamente incolore: nono il principe delle Asturie e decimo Stroll. Le rimostranze di Alonso sulle nuove carcasse della Pirelli, smentite anche dai tecnici della sua squadra, suonano un po’ come un grossolano tentativo di nascondere la mancanza di un indirizzo tecnico verso cui portare avanti lo sviluppo di una monoposto comunque nata bene, ma poi abbandonata a sé stessa nel corso della stagione.
L’esatto opposto della Mc Laren, che dopo un avvio di campionato assolutamente disastroso, centra nuovamente il secondo posto con un debordante Norris, il quale, non contento, dimostrando la grazia di un elefante in un negozio di cristalli, durante la premiazione distrugge involontariamente il trofeo del vincitore, del valore di quarantamila euro. A prescindere dall’esuberanza giovanile e dal trauma di nascere in Inghilterra chiamandosi Lando, ora c’è già qualcuno che inizia già a speculare su una possibile rivalità tra lui e Hamilton, dimostrando che, forse, il segreto per raccontare questa F1 è arrampicarsi sul Nulla assoluto.
Chiude il podio il buon Perez, al termine di un’ottima gara in rimonta, che può diventare un ottimo biglietto da visita per strappare un rinnovo del contratto alla ditta Horner&Marko per la prossima stagione, nonostante le gufate di Ralf Schumacher della settimana scorsa e lo spauracchio del rientrante Ricciardo. Arrivederci a Spa la settimana prossima, una pista con la “P” maiuscola, dove l’automobilismo è sempre una cosa seria e dove persino la F1, edizione 2021 a parte, riesce talvolta ad esserlo.