Cancellato il rito dei test invernali, ridotti ad una passerella di pochi giorni sul circuito di Sakir, dove il due Marzo prenderà il via il Mondiale, a tenere banco nelle ultime settimane sono stati eventi più di natura politica che sportiva.
Si è iniziato con il rifiuto da parte dei team di ammettere in F1 la scuderia di Michael Andretti, nonostante le pressioni della FIA e nonostante ciò abbia significato sbattere letteralmente la porta in faccia alla Cadillac e, conseguentemente, al gruppo General Motors. Motivo? Non dividere la torta dei diritti televisivi con un undicesimo team, a prescindere dal prestigio che un nome che ha fatto la Storia di questo “sport” (quando tale era), supportato comunque da un importante brand, avrebbe portato all’intera baracca. Una splendida dimostrazione di venialità e snobismo che non giova di certo all’immagine che il Circus sta dando di sé, quasi a voler trasformare la massima espressione del Motorsport nella brutta copia di una festa di quinta elementare, di quelle dove i bambini fanno di tutto per escludere un loro compagno reo di chissà che cosa.
Si arriva così al Primo Febbraio, con il comunicato della Ferrari che annuncia solennemente “Urbi et orbi” l’approdo di Sir Lewis Hamilton a Maranello, scatenando ondate di stupore e qualche perplessità sia tra gli appassionati che tra gli addetti ai lavori. Sarà ancora competitivo a quarant’anni? Come verrà gestita la rivalità, scontata del resto, con Leclerc? Che 2024 affronteranno sia il campione inglese che Sainz, sapendo di dover fare le valige a fine stagione? Ai posteri tutte le ardue sentenze del caso, nel frattempo c’è da sottolineare la solita signorilità con la quale Leclerc prova a fare buon viso alla bomba atomica che si è ritrovato in mano, la stessa con la quale il giubilato Sainz, vittima sacrificale di questa operazione, ha promesso di dare comunque il massimo nel suo ultimo Mondiale in rosso. Noi possiamo soltanto divertirci a fantasticare con l’effetto-domino che un sedile vacante in Mercedes può scatenare, tra voci di un ritorno di Sebastian Vettel e l’idea di un dream team con Alonso accanto a Russell. Molto probabilmente Wolff pescherà nella succursale Williams, dando una strameritata chance ad Albon (a patto che si faccia i capelli color argento) e liberando così un posto per Kimi Antonelli, nel caso dovesse ben figurare con Prema in F2.
Per non farci mancare nulla, qualche giorno dopo scoppia l’Horner-gate, con i presunti “comportamenti inadeguati” nei confronti di una dipendente di cui sarebbe accusato il team principal della Red Bull, dando il via così ad un’indagine interna che dà più l’impressione di una resa dei conti tra l’anima inglese e quella austriaca della scuderia. Per carità, l’aver sposato un’ex Spice-Girl non solleva un uomo dalla possibilità di fare l’imbecille, tuttavia la sensazione è che i tentativi portati avanti dallo stesso Horner per ridimensionare il ruolo di Helmut Marko gli si siano ritorti contro e che ora si stia cercando di defenestrarlo. In questo bailamme il clan Vestappen, senza troppo sbilanciarsi, si è schierato dalla parte dell’ex pilota austriaco, mentre qualcuno ha sussurrato a mezza voce che Newey, nel caso Horner dovesse essere costretto a dimettersi, lascerebbe la Red Bull e forse anche la F1, nonostante qualcuno, interpretando frettolosamente un tweet della moglie, avesse ipotizzato (o auspicato?) un suo passaggio alla Ferrari. In F1 tutto è possibile, tuttavia, chi visse sperando sappiamo come morì.
Nel frattempo è iniziata l’unica sessione di test pre-stagionali in Bahrein, durante i quali Verstappen non ha mancato di dichiarare che con la RB20 “fa quello che vuole”, forse anche grazie ad una sorta di versione aperta dei famigerati scarichi soffiati che regalarono quattro titoli a Vettel, mentre Ferrari e Mercedes, che ha presentato un’inedita sospensione posteriore, dimostrano la loro mentalità vincente chiedendosi chi sarà la seconda forza del campionato. Sicuramente Vasseur avrà già capito tutto. Aspettiamo il semaforo verde del due Marzo per verificare i reali valori in campo e salutiamo Wilson Fittipaldi, fratello maggiore di Emerson e padre di Christian, che se n’è andato proprio in questi giorni.